Il sordo: il “disabile invisibile”
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Ho deciso che il 27 giugno parteciperò al seminario "Il sordo: il disabile invisibile" presso l'Ordine degli Psicologi del Lazio.
La sordità, a differenza di altre disabilità, porta con se la cultura sorda e la lingua dei segni che, per coloro che ne fanno uso, utilizza un canale visivo gestuale per comunicare ed esclude quello uditivo e rappresenta una lingua in tutto e per tutto con proprie regole grammaticali come per le lingue verbali.
Chi è il sordo? Prima di tutto una persona che nasce da realtà differenti: sordi figli di sordi, oppure sordi figli di udenti o udenti figli di sordi, ogni realtà è a se stante.
A livello nazionale sono presenti delle associazioni che tutelano il sordo ed ognuna di queste porta con se un modo diverso di vedere e affrontare la problematica.
Se il sordo è chiamato “il disabile invisibile”, la lingua dei segni è il mezzo per dare visibilità a questa minoranza, ma sicuramente non è l’unica.
Una buona comunicazione con la persona sorda può essere attuata se si conoscono le regole da rispettare per la comunicazione sia in gruppo che individualmente.
RELATORE: Dott. Gabriele di Mario, psicologo iscritto all’Ordine degli Psicologi del Lazio, specialista nell’educazione e nella formazione di soggetti diversamente abili.