Autore: Claudia Cappuccio

EMDR, un trattamento efficace per il trauma

🔍 Vi ho mai parlato dell’EMDR?

EMDR sta per Eye Movement Desensitization and Reprocessing ed è un approccio terapeutico che aiuta a trattare i traumi e altre esperienze dolorose.

 

Ma com’è che funziona nella pratica? 🧐

 

✨ Durante una sessione di EMDR, il terapeuta guida il paziente attraverso movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra mentre rivive il trauma o l’esperienza dolorosa. Questo processo consente al cervello di elaborare e digerire le emozioni negative legate al trauma.

 

🎯 L’obiettivo di questo strumento è quello di consentire al paziente di integrare l’esperienza traumatica nel proprio schema cognitivo in modo più adattivo in modo tale da eliminare le risonanze negative nella sua vita.

 

⚠️ L’EMDR non è un’ipnosi. Durante le sessioni di EMDR, il paziente rimane completamente consapevole del proprio ambiente e nel pieno controllo delle proprie reazioni. Non si verifica alcuna perdita di coscienza o controllo. Quindi sarete consapevoli di essere con me nel mio studio, in quel determinato momento.

 

👍 L’EMDR è particolarmente adatto al trattamento di vari tipi di traumi.

Il trauma non è solamente qualcosa che riguarda incidenti, abusi, eventi traumatici o lutti ma ha a che fare anche con relazioni complicate e disfunzionali che lasciano dentro di noi tracce indelebili.

L’ EMDR non si limita quindi solo ai traumi più evidenti. Può essere utile anche per affrontare e rappresenta una risorsa preziosa per chiunque da integrare nel proprio percorso terapeutico.

 

🌱Se pensate che potrebbe essere utile per voi o per qualcuno che conoscete, non esitate a esplorare questa opzione e a chiedere informazioni a un professionista qualificato.

 

La paura del cambiamento ti tiene al sicuro.

Chi va a Roma perde la poltrona nella comfort zone.

La paura del cambiamento è un sentimento comune. Agisce in modo sottile e ti inchioda esattamente dove sei, illudendoti di tenerti al sicuro. 

 Come le corde di una mongolfiera, ti impediscono di andare ALTROVE 

Non a caso, spesso di accompagna ad ansia (ma non quella sana e produttiva) e insicurezza. In alcuni casi anche senso di colpa.

Cambiare, inoltra, ci proietta in un futuro più o meno prossimo dal quale non sappiamo cosa aspettarci.

COSA ACCADRA’? ANSIA

COME SARO’? ANSIA

SARO’ IN GRADO? ANSIA

QUANDO SUCCEDERA’? ANSIA

Come vedi (e come ben sai) l’ansia e la paura del cambiamento lavorano in sinergia.

Sentirsi ansiosi può impedirci di provare qualcosa di nuovo, protegge dal cambiamento, suscitando una serie di paure non immediatamente definibili.

Ma cosa facevano i nostri genitori quando avevamo paura del buio? Accendevano la luce per tranquillizzarci. Per farci vedere che non c’erano mostri nella nostra stanza. Che l’ombra strana sul muro era solo  il solito giocattolo appoggiato sulla mensola.

E allora proviamo ad accendere la luce  e vediamo quali paure si nascondono nel buio: 

PAURA DELL’IGNOTO

Non sappiamo cosa ci aspetta si verifica e non abbiamo abbastanza informazioni sul cambiamento. Possiamo valutare i pro e i contro ma alla fine, quello che ci vuole è un “salto di fede”.

PAURA DI SBAGLIARE

Questa paura è lo “scagnozzo”  della nostra necessità di perfezione. E se non fossimo in grado di farcela? E se fallissimo? Meglio non provare nemmeno.  

Eppure il fallimento è l’unico modo per avere successo. 

Le persone di successo spesso hanno una lista di tentativi falliti dietro di loro. Provare e fallire è il modo in cui apprendiamo. Quante volte da piccoli siete caduti dalla bici prima di imparare? Come si fa a capire il concetto di equilibrio senza quello del disequilibrio?

INSICUREZZA

L’insicurezza si esprime in frasi come “Io … non sono abbastanza bravo”, “… non abbastanza intelligente”, “… non abbastanza qualificato”, o “Sono stupido”.

Più lo ripetiamo e più iniziamo a crederci e quando ci crediamo temiamo che se ne accorgano anche gli altri. Meglio rimanere “sullo sfondo” e non dare nell’occhio. Evitare il cambiamento ci protegge sia dal confermare i dubbi sulle nostre capacità sia dalle potenziali “figuracce”. 

PAURA DEL SUCCESSO

Che assurdità! Ma chi è che può aver paura del successo?! 

A questo mondo vi sono solo due tragedie: una è non ottenere ciò che si vuole, l’altra è ottenerlo. Questa seconda è la peggiore, la vera tragedia. O. Wilde

Cosa comporta avere successo? Cosa ci si aspetta da noi? Raggiungere la meta desiderata può comportare grandissimi cambiamenti che coinvolgono la nostra identità, le nostre relazioni, le aspettative, routine conosciute o cose che definiscono chi siamo ecc. ecc.

Quanto impegno! Che gran fatica! Ecco uno dei motivi per i quali la comfort zone è così comoda.

PAURA DI PERDERE

Quando si parla del cambiamento spesso ci si sofferma sul concetto di perdita. Siamo troppo abituati a considerare il termine nella sua accezione negativa, ma il cambiamento ne fa emergere piuttosto il significato positivo. Cerchiamo di pensarlo come “LASCIARE ANDARE” qualcosa (o qualcuno) che ci zavorra. 

PAURA DI TURBARE GLI ALTRI

Traduzione: senso di colpa.

Siamo piccolissime rotelle di un  complesso ingranaggio. Eppure, se dovessimo girare al contrario influenzeremmo anche il funzionamento del resto del sistema. Potremmo anche cambiare atteggiamento nei confronti di chi ci sta intorno e che si aspetta da noi qualcosa che siamo abituati a dare. Come la prenderebbero? Questa paura si fa sentire maggiormente nelle persone che tendono ad anteporre i bisogni altrui ai propri.

 

Se è vero che resistere al cambiamento è un istinto naturale, è anche vero che la natura stessa ci ha insegnato che per sopravvivere bisogna adattarsi (e quindi cambiare). Ad esempio le giraffe , nel tempo, hanno allungato i loro colli per arrivare alle foglie più in alto.

Quando hai paura o ti senti in ansia di fronte al cambiamento, prova a valutare gli effetti positivi che potrebbe avere sulla tua vita e, al tempo stesso, quelli negativi. Dagli un valore alla luce delle paure che entrano in gioco.

Dopodichè… affronta la vita come se fossi una giraffa!

 

Autostima non significa ricevere complimenti per la macchina nuova.

Impara a dare valore a te stesso e potrai finalmente tornare a dare valore alla tua vita.

 È un periodo che ti va tutto male. Relazioni, lavoro, amici, famiglia. Nessun aspetto della tua vita sembra andare come vorresti. Senti che le persone ti son distanti, non riesci a portare avanti una relazione senza rovinare tutto.

Non sei felice. Non riesci a prendere sonno facilmente, ripercorri mentalmente la tua giornata e capisci che avresti potuto fare le cose diversamente. Ti svegli e non hai molta voglia di alzarti dal letto, ti aspettano mille cose da fare. Sicuramente sarà difficile portare tutto a termine. Senti già la stanchezza.

Da aggiungere alla lista ci sarebbe anche “quella cosa” che vorresti fare ma che rimandi all’infinito. Non hai tempo, non riesci a organizzarti, non riuscirai a portarla a termine [in verità qualche volta ci hai anche provato ma alla fine, come sempre, qualcosa si è messo di traverso].

Sei così spesso di cattivo umore che neanche ti riconosci più. Tu, che eri una persona solare, ora ti senti di somigliare di più a un buco nero. La cosa più brutta è che anche gli altri te lo rinfacciano costantemente.

Ma cosa ti è successo? Da quando è iniziato questo “periodo”?

Probabilmente l’ingranaggio dell’AUTOSTIMA ha iniziato a girare lentamente, rallentando tutto il sistema.

Le persone con bassa autostima prendono decisioni poco costruttive, non riescono mai ad affrontare con serenità situazioni e hanno difficoltà nelle relazioni. Si incastrano in loop percettivi e comportamentali che creano distanza con l’altro.

In sostanza, cercando di confermare la concezione negativa che hanno di loro stessi, si concentrano unicamente sui feedback negativi che arrivano dagli altri sentendosi poi feriti e rifiutati, adottando atteggiamenti e comportamenti che peggiorano la situazione.

Tutto va male. Tristi, abbattuti aspettano la prossima delusione.

Come possiamo cambiare la tua storia?

QUI E ADESSO, Lì E ALLORA: individuare le cause scatenanti permette di bloccarne gli effetti. Che appartengano al passato o che facciano parte del tuo presente, è importante che non risuonino più nella tua vita.

 

ERRARE HUMANUM EST: concediti il ​​permesso di commettere errori e considerali come opportunità di crescita. Questa è la chiave del cambiamento. Quando un problema persiste tentiamo di risolverlo attraverso strategie nuove che non sempre vanno a buon fine ma che ci permettono di “aggiustare il tiro”. Se sbagli non vuol dire che sei sbagliato, ma se non accetti di sbagliare non proverai mai nuove soluzioni e il problema ti bloccherà talmente tanto che finirà per far parte di te.

 

CONSAPEVOLEZZA: “Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.” (A. Einstein). Se l’autostima prevede la valutazione e l’apprezzamento di sé stessi allora smetti di misurarti utilizzando parametri che non sono adatti a te. Sii consapevole dei tuoi REALI limiti ma anche delle tue risorse DORMIENTI.

 

Non è facile, ma nemmeno impossibile. Facciamolo INSIEME.

 

Lo psicologo: sfatiamo un po' di leggende metropolitane.

Leggende metropolitane sullo psicologo.

Sfatiamo un po’ di miti.

Non tutti gli psicologi usano il famoso lettino di Freud.
Non tutti siedono alle tue spalle in religioso silenzio.
Non tutti ascoltano senza intervenire.
Non tutti pensano che sicuramente è colpa dei tuoi genitori.
Non si piange a ogni seduta (anche se i fazzoletti sono sempre a portata di mano).

Uno psicologo non è come un diamante, non è per sempre. Se senti che non è il professionista giusto per te sei libero di parlargliene e cambiare. Non si offenderà, lui lavora per il tuo bene.

Solitamente, chi si reca dallo psicologo per la prima volta, ha una serie di fantasie basate su come questa professione viene descritta nei film.

Stanze con arredamento serio, divani polverosi, psicologi “maturi” un po’ freddi e distaccati.

Non siamo così, almeno non tutti. La nostra maturità professionale non si misura in anni di anzianità ma dalla capacità di entrare in relazione con chi abbiamo di fronte. Lo studio che ti accoglierà potrà essere colorato e arredato con uno stile moderno oppure, qualora fosse necessario, potrai essere accolto “fuori” dallo studio. A volte, la panchina di un parco è più comoda di una poltrona.

Alcuni di noi ti lasceranno parlare a ruota libera, altri prenderanno appunti, altri ancora interverranno e parteciperanno in modo attivo alla seduta.

Alcuni non lavorano subito sul problema mentre altri, come me, scelgono di affrontarlo fin da subito.

Tra tutti questi modi di “essere” e di “fare” non esiste uno migliore degli altri perché il percorso più giusto è giusto solo in relazione a te: quando scegli di rivolgerti a un professionista, fallo in base a quello che senti e non in base a ciò che pensi sia giusto.